Ambiente: alcuni buoni motivi per rispettarlo

di Antonio Karabatsos


 

 

Negli ultimi anni, ad opera dei mezzi di informazione, la tutela dell’ambiente è stata al centro di un ampio dibattito.
Tra i temi principali, quello dell’effetto serra, e del recente rifiuto dell’amministrazione americana di raggiungere gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto (riduzione delle emissioni di CO2 dal 5 al 7% entro il 2010). 



Valutazioni in merito sono rese difficili sia dai pareri contrastanti degli esperti (ad esempio, alcuni noti scienziati del prestigioso MIT non concordano con le catastrofiche previsioni sull’effetto serra) sia perché, a torto, si ritiene che la sensibilità ambientale appartenga ad un orientamento politico piuttosto che ad un altro. Come ha evidenziato la stampa, in realtà, nonostante le dichiarazioni di principio, neppure l’amministrazione Clinton aveva finora attuato riforme incisive (né ridotto le emissioni di CO2, ignorando anch’essa gli accordi di Kyoto del ‘97), nonostante la favorevole congiuntura economica. 

La tutela dell’ambiente, quindi, sotto qualsiasi bandiera od amministrazione voglia essere intrapresa, si scontra sempre con un problema di costi ed investimenti. 

Per provocare l’intervento dello Stato, è però indispensabile la sensibilità e la pressione politica del singolo cittadino, che al contrario vive spesso in modo irresponsabile il suo rapporto con la natura. 

Con l’occhio alla realtà di tutti i giorni, può anche significare rassegnarsi a perdere qualche ora alla settimana per la raccolta differenziata dei rifiuti, a pagare di più alimenti controllati o prodotti biologicamente, ad usare la (più costosa) carta riciclata, a sprecare meno risorse energetiche, e - comunque - a vivere con senso critico ed attento qualsiasi soluzione etichettata come "ambientalista", se è vero che in certi casi i risultati sono peggiori del male (es. componenti cangerogeni della benzina verde). 

Infine, tutelare l'ambiente può anche significare rinunciare ad una parte del proprio reddito, speso per uno sviluppo più sostenibile; chi lamentasse, poi, che un calo dei consumi non "ecocompatibili" (quasi tutti!) potrebbe rallentare pesantemente l'economia, dimentica che anche la tutela dell'ambiente e delle risorse naturali è adatta a creare nuove opportunità lavorative e commerciali. 

Questo è il comportamento di un bravo imprenditore, che spende qualche soldo in più subito, senza sfruttare incondizionatamente le risorse naturali, per non doverle ricostituire o “rattoppare” poi a costi altissimi. Già oggi è chiara, ad esempio, l’enorme differenza di spesa tra riciclare un bidone di olii esausti (adesso) o bonificare (dopo) tutta l’area inquinata dalla sostanza. 

Parlando di insetti, non si può non evidenziare come diminuire la nostra ansia di edificare e cementificare ovunque, utilizzare il meno possibile i pesticidi (che non raramente avvelenano api ed altre specie di insetti utili, oltre che uccelli insettivori) e rispettare la conformazione naturale del territorio (stagni, radure o marcite "improduttive") costituiscano indispensabili indicazioni in questo senso.