Il problema demografico e l'ambiente

di Antonio Karabatsos


 


Il problema demografico è spesso additato come una delle cause dell'inquinamento ambientale e della distruzione delle risorse naturali.
Troppi abitanti sulla terra provocherebbero l'innalzarsi incontrollato della domanda di prodotti alimentari, oltre che di prodotti di consumo in genere, causando quindi rispettivamente carestie ed inquinamento/deforestazioni.
Questo è quanto emerge dagli interventi dei più noti opinionisti italiani ed internazionali; ma siamo sicuri che sia tutto vero e coerente?
E' una domanda a cui è molto difficile dare risposta.
In questa sede è stata raccolta una rassegna di opinioni, anche degli estremi opposti, che partono da lontano…. al lettore ogni considerazione.



La popolazione tende almeno a raddoppiare il proprio numero ogni venticinque anni; la produzione alimentare, nello stesso periodo, non può che aumentare che di una quantità uguale a quella attualmente assicurata. Nonostante qualsiasi sforzo produttivo, l'incremento di popolazione sarà quindi superiore a quello delle risorse alimentari. (T.R. Malthus, An Essay on the principle of population, 1798)

"Nel caso che io rinasca, mi piacerebbe essere un virus letale, così da contribuire a risolvere il problema della sovrappopolazione" (dichiarazione rilasciata dal Duca Filippo di Edimburgo, fondatore e presidente del WWF)

"L'AIDS non è una maledizione, esso deve essere salutato come un rimedio naturale per ridurre la popolazione del pianeta" (D. Foreman, dirigente del gruppo ecologista USA Deep Ecology).



"Se fossero state giuste le previsioni di Malthus, la popolazione mondiale attuale dovrebbe essere non di sei, ma di 256 miliardi di individui" (Antonio Gaspari, in G. Bianco, Contro i democatastrofisti meglio fare figli, ne Il Domenicale, 23/8/03)

"Quando nel 1853 il parlamento britannico cercò di diffondere il vaccino contro il vaiolo, i seguaci di Malthus riuscirono a bloccare la disponibilità di fondi per l'attuazione della legge…" (G. Bianco, ID, 23/8/03)

Se la miseria e la fame, come sostengono i neomaltusiani, fossero in relazione con il sovraffollamento, Kenya e Zimbabwe (rispettivamente 30.7 e 30.2 abitanti per km/q) dovrebbero essere paesi benestanti, e l'Olanda un paese povero. Invece, il reddito pro-capite dell'Olanda è di 22.910 dollari, contro i 590 dello Zimbabwe e i 340 del Kenya" (Il Domenicale, 23/8/03)

"Se l'intera popolazione del mondo fosse concentrata sul solo territorio degli Stati Uniti, la densità per km/q sarebbe più o meno quella dell'Olanda. La densità, cioè, di un Paese che non è un formicaio impazzito, dove la gente si calpesta alla ricerca di un po' di spazio e di una ciotola di cibo, ma di una delle terre più prospere del mondo e dove una buona programmazione urbanistica ha fatto sì che molta parte del territorio sia a parco o a riserva naturale, pur assicurando agli olandesi l'autosufficienza anche agricola" (V. Messori, Pensare la storia, Milano 1993, pag. 317) 

NdC: Quanto affermato da Messori in tema di densità della popolazione corrisponde al vero solo considerando il territorio dell'intera America del Nord



"…la storia ci insegna che il crescere della popolazione ha sempre caratterizzato le civiltà sane ed in ascesa, mentre il suo calo ha spesso rappresentato un segnale di declino…l'impero romano, ad esempio…" (G. Piombini, Il Domenicale, 23/8/03)

"Tra cinquant'anni, con una popolazione occidentale ridotta ad una percentuale infima di quella mondiale, e composta perlopiù di persone anziane, è quasi impossibile che potrà continuare a germogliare quella straordinaria creatività che ha fatto per secoli la gloria della civiltà europea… L'Europa diventerà un continente abitato da vecchi, in vecchie case, e con vecchie idee…" (P.J. Buchanan, The Death of the West, N.Y. 2002).

 



"La produzione alimentare mondiale è aumentata ad un tasso superiore a quello della popolazione ed oggi si può disporre della maggiore quantità di cibo pro-capite mai registrata nella storia del mondo; ma la crescente scarsità ed il degrado delle risorse agricole e ambientali gettano seri dubbi su quanto a lungo la produzione alimentare potrà superare l'incremento demografico". (Popolazione, ambiente e sviluppo, Rapporto ONU, 1997)



 

Il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione ha lanciato un allarme demografico. Michael Meyer per Newsweek: "Nel mondo stanno nascendo sempre meno bambini. Il tasso di fertilità è calato dai 6 figli per donna del 1972 ai 2,9 di oggi, e i demografi dicono che continuerà a scendere più veloce che mai. La popolazione mondiale continuerà a crescere, dagli attuali 6,4 miliardi ai 9 del 2050. Ma dopo questa data, inizierà a diminuire in modo netto" (Michael Meyer, Newsweek International, citato da Il Foglio, 4/10/04)

Secondo i calcoli del FMI l'età media nel mondo tra il 2000 e il 2050 aumenterà di 10 anni e salirà a 37 anni (Dal sito "La lettera finanziaria di di Giuseppe Turani", 23/9/2004, citato da Il Foglio, 4/10/04)