La conservazione degli habitat

- Esempi di minaccia -

di Antonio Karabatsos


 

Come è stato ampiamente evidenziato, la tutela degli insetti parte necessariamente da quella del loro habitat. Una volta garantite in tal senso le condizioni di sopravvivenza della specie, poco altro è in grado di minacciarla: come emerge da vari studi effettuati negli scorsi decenni, infatti, periodi climatici sfavorevoli (ad esempio estati piovose) o la contemporanea cattura di molti esemplari sono difficilmente in grado di compromettere una colonia di insetti.

Con riferimento, invece, ai grandi mutamenti climatici indotti dall'uomo od alle piogge acide, le soluzioni per limitare questi fenomeni comportano un'azione globale che trascende dai confini della tutela di un singolo habitat.

Grecia del sud, 7/7/01, m. 500: in questo habitat apparentemente insignificante erano presenti una ventina di specie, tra cui Heodes ottomanus, Pyronia cecilia, Kirinia roxelana, Meleageria daphnis, Agrodiaetus pelopi. Il Papilio alexanor, presente nella zona, aveva ormai terminato la propria generazione. L'area non è coltivata perchè considerata "improduttiva". Se e quando lo sarà...

E' necessario, a questo punto, formulare invece alcuni esempi inerenti lo stravolgimento di un singolo ambiente e la conseguente situazione di difficoltà degli insetti che lo popolano (o lo popolavano).

A tale proposito, vengono riportati alcuni estratti dall'articolo di Giovanni Sala e Raffaella Bettini "Contributo alla conoscenza della lepidotterofauna (Lepidoptera Hesperiodea e Papilionoidea) del comprensorio gardesano e di altri biotopi del bresciano...", pubblicato in "Natura bresciana", Ann. Mus. Civ. Sc. Nat., Brescia 32, 2000 77-88.

"Heteropterus morpheus (Pallas 1771) Si riconferma la presenza di una popolazione ancora florida nei pressi di Clibbio, Valle Sabbia (VII/97) tuttavia l'estrema localizzazione e la trasformazione dell'ambiente circostante per la costruzione di una galleria a servizio di una nuova arteria del traffico con conseguente inquinamento, fanno temere per la stabilità e la sopravvivenza di questa specie. Nessuna altra popolazione è stata ancora ritrovata nella Valle Sabbia, nonostante le ricerche (...)

Papilio machaon (Linnè  1758) Clibbio, Valle Sabbia, V/98: Questa specie risulta sempre più rarefatta a causa del taglio delle piante nutrici, Pimpinella saxifraga, Foeniculum vulgaris, ai lati delle strade, viottoli, ecc. La mancanza di cultura e sensibilità naturalistica da parte sia di operatori istituzionali (ANAS, addetti dei Comuni, ecc.) che di privati provoca, con la distruzione degli ambienti ecotonali, la distruzione sistematica di risorse trofiche e quindi la morte per molte specie infeudate su queste essenze vegetali pioniere

Parnassius apollo (Linnè 1758) La popolazione dell'Alto Garda (Prati di Rest, Trombea) non è più stata ritrovata da qualche anno e fa temere per la sua sussistenza

Parnassius mnemosyne (Linnè 1758) La popolazione dell'Alto Garda (Prati di Rest, Trombea) non è più stata ritrovata negli ultimi anni

Parnassius phoebus (Fabricius 1793) La popolazione del Passo Crocedomini risulta fortemente minacciata; negli ultimi anni nessuna segnalazione è stata fatta nè ci è pervenuta.

Gonepteryx cleopatra (Linnè 1767) Questa specie risulta sempre più rarefatta sulla sponda bresciana del Benaco; solo tre avvistamenti nel 1998 nei pressi di Salò, Gardone Riviera, Maderno.

Lycaena dispar (Haworth, 1803) Questa specie non è più stata ritrovata nei biotopi originari presso S. Eufemia, Brescia e San Felice del Benaco...

Maculinea arion (Linnè 1758) Tignale, VI/97. Specie localizzata e strettamente legata a biotopi prativi ove siano presenti oltre alla pianta nutrice Thymus serpyllum, anche colonie di formiche del genere Myrmica, entro i cui nidi le larve completano lo sviluppo fino all'impupamento. La popolazione nei pressi di Clibbio, Valle Sabbia è a rischio d'estinzione per la costruzione di una galleria e il taglio incontrollato dei prati e delle essenze su cui bottinano gli adulti

Coenonympha rhodopensis (Elwes 1900) Nonostante le ricerche assidue nei biotopi dove era stata rinvenuta alcuni anni fa, la specie non è più reperibile attualmente...

CONCLUSIONI

(...) non finiremo mai di raccomandare alle istituzioni preposte, pur con scarso risultato, una maggiore sensibilità nell'affrontare tematiche e problemi relativi ad interventi sul territorio che non dovrebbero prescindere dal coinvolgimento di studiosi ed appassionati molto più consapevoli della ricchezza naturalistica della nostra provincia di tanti tecnici delle varie amministrazioni coinvolte (ANAS, Provincia, Regione, Comuni)".


10/8/01: In questo habitat delle Prealpi vicentine vive una bella colonia di Minois dryas, (oltre che Argynnis paphia, Brintesia circe, Limenitis reducta, Melitaea didyma). Il prato non viene sfalciato da vari anni, tanto che la sua estensione si sta notevolmente restringendo, incalzato dall'infestante Robinia pseudoacacia. Nel giro di qualche anno il prato scomparirà, assieme alla colonia.

Vengono ora riportati due noti esempi inerenti due specie di lepidotteri che, con tutta probabilità, non possiamo più ascrivere alla fauna italiana:

Boloria eunomia: la specie era localizzata in due prati acquitrinosi dell'Alto Adige. Uno è stato arato e coltivato, nell'altro è stata deviata una piccola sorgente che vi scorreva, al fine di consentire il pascolo del bestiame. La farfalla è scomparsa.

Araschnia levana: la specie era localizzata in una zona di confine del Friuli nord-orientale, su un prato a bordo strada. L'amministrazione comunale ha pensato bene di "ripulire" quel prato dalle ortiche, piante nutrici dell'insetto, causandone la sparizione.


Per considerazioni di ordine normativo si rinvia alla sezione "legislazione", per alcune idee su come agire a difesa di piccoli habitat si vada all'articolo "Il naturalista e il territorio"; se tali habitat sono tutelati "Natura 2000", si rinvia all'intervento "La Rete Natura 2000".