Popolazione, ambiente e sviluppo

Rapporto delle Nazioni Unite


 

Nel 2001 le Nazioni Unite (tramite il proprio "Department of Economic and Social Affairs - Population Division) hanno pubblicato il dossier: "Population, Environment and Development - A concise report".
Il documento è una relazione sulle interazioni tra crescita della popolazione, sviluppo tecnologico e tutela dell'ambiente.
Non si potrà negare che proprio questo è il tema-chiave in materia ambientale: come garantire uno sviluppo sostenibile, ovvero come assicurare la tutela dell'ambiente a fronte dell'inarrestabile progresso economico e demografico.
Quanto scritto dalle Nazioni Unite presenta elementi originali e di sicuro interesse, con informazioni e conclusioni che a volte contrastano da quelle comunemente spacciate per dogmi dai media. 

Seguono alcuni estratti del documento, scelti tra i passaggi più strettamente inerenti al tema ambientale. La traduzione e la pubblicazione del dossier sono state curate dal Ministero dell'Ambiente (Edizione italiana: "21mo Secolo s.a.s." - Milano).
Non vengono riportate le note al testo, nè i rispettivi riferimenti bibliografici.


Popolazione

"Il ventesimo secolo è stato un secolo senza precedenti per crescita demografica, sviluppo economico e cambiamenti ambientali. Dal 1900 al 2000 la popolazione è aumentata da 1,6 a 6,1 miliardi di persone. Comunque, mentre la popolazione mondiale è quasi quadruplicata, il prodotto interno lordo effettivo del mondo (PIL) è cresciuto da 20 a 40 volte, permettendo al mondo di sostenere una popolazione quattro volte maggiore, ma anche di farlo secondo standard di qualità della vita decisamente elevati. Questa rapida crescita demografica ed economica non si è verificata uniformemente a livello mondiale e non tutte le aree hanno beneficiato nella stessa misura dell'accresciuto benessere economico. Inoltre, l'aumento della popolazione e lo sviluppo economico sono avvenute simultaneamente con un utilizzo delle risorse fisiche ambientali terrestri sempre meno sostenibile…"

"Il programma per l'attuazione di Agenda 21 (1997) ha sottolineato che i tassi di crescita della popolazione stanno generalmente diminuendo, che le proiezioni prevedono che la popolazione mondiale si stabilizzerà verso la metà del ventunesimo secolo e che c'è bisogno di riconoscere l'esistenza di legami cruciali tra le tendenze demografiche e i fattori dello sviluppo sostenibile…"

"…tra il 1965-1970 e il 2000-2005, il tasso di fertilità a livello mondiale è diminuito da 4,9 a 2,7 nascite per ogni donna…nonostante la fertilità si abbassi a livelli relativamente moderati, il numero delle nascite continua ad aumentare per via della crescita del numero delle donne in età fertile…"

"…l'enorme espansione nella produzione globale di beni e servizi portata dai cambiamenti tecnologici, sociali ed economici ha permesso al mondo sia di sostentare una popolazione molto più numerosa sia di mantenere standard di vita ben più elevati, più di quanto sia mai avvenuto nella storia…tra il 1950 e il 2000 il prodotto interno lordo mondiale, a prezzi costanti, è cresciuto di otto volte…"

"…il prodotto interno lordo pro-capite del quarto più benestante della popolazione mondiale è aumentato sei volte nel corso del secolo, il reddito pro-capite del quarto più povero della popolazione mondiale è cresciuto meno di tre volte. La percentuale della popolazione mondiale che vive in assoluta povertà (che ha un reddito inferiore a un dollaro statunitense al giorno) si è abbassata da circa il 28 per cento nel 1987 al 24 per cento nel 1998. Tuttavia, il numero totale di poveri è cambiato di poco…".


Produzione alimentare

"La produzione agricola mondiale ha camminato più in fretta della crescita della popolazione e il prezzo reale degli alimenti è diminuito. La rivoluzione verde, che cominciò nel 1960, ha consentito ad alcuni paesi in via di sviluppo di accrescere sorprendentemente la produzione di cibo attraverso l'introduzione di tecniche agricole moderne. Nel periodo tra il 1961 e il 1998 la quantità di cibo mondiale a disposizione dell'uomo, pro capite, è aumentata del 24%. Oggi si produce una quantità di cibo sufficiente a nutrire adeguatamente la popolazione mondiale. Eppure stime recenti valutano che 790 milioni di persone fossero malnutrite nel 1995-1997, a causa di miseria, instabilità politica, inefficienza economica e ingiustizie sociali…"

"Nel corso della storia la produzione di cibo è aumentata soprattutto attraverso l'espansione delle aree coltivate; ma negli ultimi decenni, l'aumento delle rese per ettaro è stato il principale fattore, e ci si aspetta che questa tendenza continui. Tra i fattori che limitano l'espansione delle terre coltivate ci sono la scarsità di nuovi terreni agricoli di alta qualità, la concorrenza di usi agricoli del territorio e il rischio di degrado ambientale di terre marginali coltivate e foreste..la maggiore causa di perdita di terre coltivate è il degrado..l'estensione delle coltivazioni ai pendii collinari è seguita spesso da una seria erosione ed in alcune aree la salinizzazione del suolo è un problema grave…secondo J.R. McNeill la perdita dello strato fertile del suolo nel ventesimo secolo è stata paragonabile a quella dei 1000 anni precedenti".


Fonti di energia ed effetto serra

"Le economie di mercato più sviluppate, che coinvolgono un quinto della popolazione mondiale, consumano tuttora quasi il 60% delle fonti di energia primaria mondiale, sebbene la loro quota percentuale di energia e materie prime stia diminuendo…"

"…l'uso di combustibili fossili ha portato a una sostanziale crescita nelle emissioni globali di ossido di carbonio e all'inasprimento dell'effetto serra, che contribuisce al riscaldamento globale. Dal 1751, sono state rilasciate nell'atmosfera oltre 265 miliardi di tonnellate di carbonio e metà di queste emissioni sono state prodotte dopo la metà degli anni settanta. Le emissioni globali di CO2 annuali che derivano dalla combustione di carburanti fossili si sono quadruplicate a partire dal 1950. Le più elevate emissioni di CO2 pro capite hanno luogo nel Nord America, seguita dall'Europa, dove tali emissioni sono meno della metà…"

"La quantità delle future emissioni di carbonio dipende da molti fattori, che includono la domanda di energia globale, l'andamento dello sviluppo economico, l'introduzione di tecnologie per il risparmio di energia e il tasso di sostituzione dei combustibili fossili. I modelli di simulazione suggeriscono che l'immediata stabilizzazione della concentrazione atmosferica di CO2 ai livelli attuali potrebbe essere raggiunta solo se le emissioni fossero ridotte immediatamente del 50% e subissero ulteriori riduzioni in futuro. Ma a causa dell'inerzia dei sistemi climatici, anche con la stabilizzazione delle emissioni, il riscaldamento globale e l'aumento del livello dei mari potrebbero continuare per molti anni"


Foreste e biodiversità

"Il numero di specie vegetali e animali che vivono sul pianeta non è conosciuto in modo accurato. Quasi due milioni di specie sono state identificate, ma si stima che il numero di specie che l'uomo deve ancora classificare vari da 10 a 30 milioni. Ecosistemi di tutti i generi sono sotto pressione nel mondo…le foreste pluviali tropicali coprono solo il 7% delle terre emerse ma ospitano almeno il 50% delle specie terrestri...".


Conclusioni

"Programmi governativi nazionali ed efficaci accordi internazionali per ridurre attività dannose per l'ambiente sono essenziali."